Non è un gran periodo per la musica pop di qualità, quella che gira intorno e quella che dovrebbe riempire anche le playlist dei music provider e quindi degli spazi pubblici italiani ed internazionali.
Il sistema musicale del pop, anche per quel che riguarda la musica dal vivo, sembra essere, in questo periodo, in una fase molto difficile. Limitandosi all’Italia, Fedez, artista “generato” da social e trend, resta personaggio da palasport e/o centro commerciale. Per riempire San Siro ci vuole Tiziano Ferro, che è arrivato dove è arrivato (come Coldplay, Radiohead e Vasco Rossi) grazie soprattutto alla discografia, che però oggi latita.
Il livello medio di originalità nella produzione artistica dei brani pop è in calo verticale. Certo, ci sono picchi come “Chained to the Rhytm” di Kathy Perry, un capolavoro di sospiri e reverberi. Ma lo standard, quanto appunto ad originalità compositiva, densità armonica e qualità negli arrangiamenti si sta clamorosamente abbassando. “I’m the One” di Dj Khaled & Justin Bieber è senz’altro una hit e quindi ha qualità musicale, perché il pubblico ha sempre ragione. Ma il giro armonico della canzone è lo stesso di “Stand By Me” e “Il Cielo in una stanza”, ovvero non è un bel segnale.
Come se non bastasse, Spotify, che ancora oggi continua a non produrre utili, sta riempiendo le sue playlist di artisti fake ed ha appena assunto, in uscita da Sony, François Pachet, esperto di informatica applicata alla musica pop. Ovvero, potrebbe essere che il futuro del pop sia soprattutto sintetico, virtuale. Anche per motivi di diritti. Perché pagare tutto alle star e ad autori compositori se posso auto produrre “musica” artificiale?
A dicembre 2017, probabilmente, chiuderà Colette, il concept store parigino che da vent’anni fa tendenza, anche musicale. Le sue compilation, infatti, sono da sempre originali, così come quanto si può ascoltare sullo splendido sito della boutique, http://www.colette.fr. Se spazi di questo tipo l’omologazione delle tendenze, e quindi anche musicale, rischia davvero di impoverire un mercato musicale che non è certo in salute.
(Lorenzo Tiezzi)
La boutique multimarca parigina Colette, leader anche nell’online, chiude i battenti
http://www.pambianconews.com/2017/07/12/concept-store-colette-chiude-battenti-20-anni-parigi-218666/
Spotify nega l’esistenza di artisti Fake nelle playlist (ma gli artisti fake ci sono comunque)
https://www.musicbusinessworldwide.com/spotify-denies-its-playlisting-fake-artists-so-why-are-all-these-fake-artists-on-its-playlists/
François Pachet esperto di Artificial Intelligence applicata alla musica pop viene assunto da Spotify
https://www.musicbusinessworldwide.com/welcome-future-spotify-poaches-ai-music-expert-sony/