Spotify & blockchain… però poi vince Rovazzi

Spotify e la tecnologia sembrano in questo momento la soluzione a tutti i mali della musica. Lungi dall’essersi davvero risolta, la crisi dell’industria musicale sempre essere in questo periodo appunto musicale. Nell’underground e pure in ciò che è emerso della musica urban (dall’hip al reggaeton) c’è una costante vitalità, quella che da sempre dà linfa vitale al pop. Ma per quel riguarda tutto il resto, che non è poco, dall’EDM da ballare al rock passando per il pop, l’estate 2017 è davvero piatta, a livello musicale. La chart 2016 degli artisti che hanno incassato di più secondo Forbes rispecchia il vuoto musicale di questa parte degli anni 2000. Se al primo posto c’è P Diddy, che non sforna una hit globale dai tempi di “I’l be Missing You” non c’è da stare allegri.

Tra addetti ai lavori, infatti, più che parlare di arrangiamenti, nuovi artisti che ‘spaccano’ (ovvero cambiano l’esistente), nuove tendenze sonore, nuove tribù in ascesa (quella ormai già emersa della Dark Polo Gang, ovvero del nuovo hip hop italiano, ad esempio), si parla appunto di tecnologia. I nuovi bot e la blockchain come faranno ad interagire automaticamente con i giovani? La parola chiave di queste riflessioni, senz’altro interessantissime per maniaci dei social, della comunicazione e del web, è automaticamente. Esperti di livello assoluto come John Paul Titlow e Denis Doenland immaginano un futuro, anzi un presente, in cui l’unica cosa che conta davvero è rendere perfetta e diretta la relazione artista – fan. Che la relazione parta sempre da musica nuova, innovativa, che “spacca”, da artisti che fanno sognare sembra contare sempre meno.

L’unica cosa ‘discografico – musicale’ di cui si parla in Italia oggi è Spotify, anche tra addetti ai lavori. Come si fa ad entrare nelle playlist importanti di Spotify? Come si fa ad accrescere i propri follower? Etc. Poi si dà un’occhiata alla Top 50, la chart dei brani più ascoltati in Italia e tutti o quasi gli artisti in playlist sono in programmazione su Radio Deejay ed almeno il 70% anche sulle hit radio. Dove nasce un nuovo successo, un nuovo artista? Solo su Spotify, o in un mondo reale in cui concerti, presenza social, YouTube, ascolti online e radiofonici (…) si mescolano in un mix in cui le radio contano ancora moltissimo? A ognuno la sua risposta.

Saranno senz’altro faccende importantissime, che fanno la differenza, le chart di Spotify e la tecnologia. Ma una cosa è certa. Rovazzi, in Italia, è diventato una star ‘musicale’ (o webstar) grazie alla capacità del suo team di creare piccoli, evanescenti video ‘gioielli’ pop come “Volare”. La capacità comunicativa di questo artista è fondamentale? Certo ma arriva dopo quella musicale e di sceneggiatura. Il video di “Volare” è un piccolo film, adatto soprattutto anche ai bimbi, i ‘consumatori’ musicali di domani e di oggi, gente a cui gli ‘esperti’ non pensano mai, mentre genietti come Rovazzi sanno come contattare…

Come contattare? Assolutamente no. Rovazzi sa far emozionare, il che è tutt’altra cosa.

(Lorenzo Tiezzi)

John Paul Titlow – Spotify’s Plan To Win Over Anxious Artists–And Win The Streaming War
https://www.fastcompany.com/3068915/spotify-artists-streaming-playlists-data

Denis Doenland – IMS 2017 – The end game of the dance industry
IMS 2017 – The end game of the dance industry