“Forse non tutti sanno che…”: la musica, sui media, resta vana curiosita’

Tutti conosciamo la celeberrima rubrica di curiosità e stranezze della Settimana Enigmistica chiamata: “Forse non tutti sanno che”. Tra una sciarada, un anagramma ed un cruciverba, mentre si chiedono chi fosse poi Carneade, milioni di italiani ogni settimana o una volta nella vita leggendola si ‘informano’ attraverso ‘notizie’ tipo: “Anticamente Ostia era un attivissimo centro commerciale nel cui porto confluivano merci e vettovaglie dirette a Roma”. Insomma, ci rilassiamo con notizie vecchie più o meno 2.000 anni oppure leggiamo senz’altro utilissimi resoconti della vita privata di questa o quella star.

Quasi tutti gli articoli che riguardano la musica, sui media italiani, hanno più o meno la stessa densità di contenuto delle amenità di notizie del tipo: “non tutti sanno che il colbacco delle guardie della Regina Britannica si chiama Busby, è alto circa mezzo metro ed è di pelo d’orso”.

Ecco alcuni esempi pubblicati da testate spesso importantissime, esempi raccolti in pochi giorni, anzi poche ore. Partiamo con Repubblica, che diffonde il senz’altro imperdibile video della ‘canzone che fa ridere i bambini’. “Nella traccia Imogen Heap ha inserito i suoni, selezionati da oltre duemila genitori, che più di altri fanno sorridere i bambini: starnuti, risatine, pernacchie, versi degli animali”, ci fa sapere Repubblica. Peccato che questi rumori nella canzone quasi non si sentano. Il fatto che “Jingle Bells” faccia davvero ridere da decenni e decenni, conta poco. E capire perché il motivo di “Happy Birthday” sia diventato sinonimo di compleanno in quasi tutto il mondo è totalmente poco interessante… E poi costa fatica. Bisogna parlare di intervalli musicali, di perfezione di una melodia che tutti diamo per scontata. Un bell’articolo veloce sulla “Happy Song” del giorno ed il gioco è fatto.

Il problema di trattare la musica sempre e solo con leggerezza (e sempre senza approfondire perché sia poi così leggera, come cantava Fossati), sempre e solo prendendola sotto gamba non è solo italiano. Anche il serissimo “The Guardian” talvolta cade in questa trappola. Ed ecco un ‘simpatico’ elenco di canzoni lunghe o lunghissime (almeno 10 minuti) che però sono entrate nella storia della musica. Lo standard della pop song radiofonica sarebbe infatti di 3 minuti e mezzo circa.

E’ logico che i piccoli blog diano spazio a leggerezze di questo tipo, ma dalle testate vere ci si aspetterebbe di più.

(Lorenzo Tiezzi)

La Canzone del Sorriso su Repubblica

http://video.d.repubblica.it/lifestyle/la-scienza-dietro-un-sorriso-creata-la-canzone-che-fa-ridere-i-bambini/5923/6052

Le canzoni più lunghe del pop rock su The Guardian

https://www.theguardian.com/music/2017/feb/08/longest-songs-father-john-misty-television-temptations