La tecnologia cambia il business musicale, le tendenze del 2016

Quali sono le tendenze nel business musicale per il 2016? E come ascolteremo ed utilizzeremo musica nel 2017? Bas Grasmayer, blogger ormai piuttosto affermato, ha scritto un articolo di fine anno pieno di spunti interessanti su Synchtank. Grasmayer parte citando la realtà virtuale, di cui si è parlato molto all’inizio dell’anno anche in ambito non – musicale grazie a Samsung, Google, Facebook Oculus ed altri colossi.

A Londra, lo staff Boiler Room, brand specializzato in party elettronici di piccole dimensioni trasmessi su YouTube, dall’inizio del 2017 aprirà un club ‘virtuale’. La stessa cosa probabilmente faranno, insieme, Live Nation e iHeartmedia. E Pokémon Go, di cui tra l’altro non si parla più a fine 2016, solo i latini CNCO hanno provato ad utilizzare il gioco a fini di promozione musicale.

In ambito tecnologico, top dj ed industria musicale stanno poi iniziando ad utilizzare in modo proficuo la blockchain, ovvero database distribuiti gratuitamente (peer-to-peer), sia i bot. Ovvero, dj come Hardwell e star come Robbie Williams usano ormai software per i rapporti con i loro fan, mentre l’industria musicale potrebbe iniziare ad utilizzare la blockchain per gestire fin dall’acquisto dell’utente lil pagamento dei diritti musicali online. E’ complicato, secondo Grasmayer, ma potrebbe essere la strada giusta.

E’ poi interessante notare che ormai label e case discografiche contino sempre meno. Grazie a brand come Tidal e, va detto, artisti – brand cresciuto con le proprie forze come Fedez, il ruolo degli “intermediari” sembra ridimensionarsi. Va poi segnalata la possibilità di auto pubblicarsi su tutti i portali che ormai ogni artista emergente ha.

E il prezzo dello streaming? Sembra abbassarsi. I 10 dollari al mese di Spotify in realtà in media sono in media 3.09 (grazie a diverse promozioni) e Pandora sta per lanciare negli USA un abbonamento streaming dal costo di 5 euro al mese.