Bong e memoria sonora: Apple rinuncia, mentre Intel usa Beethoven

Il bong, ovvero il suono di avvio tipico di ogni computer Apple, nei nuovi MacBook Pro è sparito. Evidentemente, secondo il management di Cupertino, i segnali acustici in caso di avvio e/o reset sono oggi inutili o fastidiosi. Oppure è solo un modo per differenziarsi, dopo anni e anni in cui si è stati leader nel sonic branding? In fondo anche il silenzio è una scelta di marketing.

Curiosamente, o forse no, qualche settimana fa Dan Passman ha scritto del bong di Intel su Fortune trattando soprattutto il tema della memoria sonora e musicale. Walter Werzowa, che partecipò alla produzione del bong nel 1994, fa notare che oggi quest’ultimo è più vecchio di molti studenti di college. Un brand con una identità sonora, insomma, vale di più di uno che non ce l’ha. Il problema, come sempre nel marketing, è che ciò che conosciamo, da consumatori, qualche volta ci sembra pure ‘vecchio’. Ecco perché Intel ha scelto di rinfrescare la propria identità sonora partendo dalla potenza del celeberrimo attacco della Quinta Sinfonia di Beethoven (quella che fa ta ta ta taaa, ta ta ta taaa). Lo spot di Intel è senza dubbio ben fatto e mette insieme solidità, energia e ricerca.

Solo un dettaglio: la memoria musicale collettiva, almeno su YouTube, si può aiutare facilmente, citando il compositore e gli interpreti esecutori nella descrizione del video. Citare un genio e grandi musicisti accanto ad un brand aggiunge valore a quest’ultimo.

(foto di Luis Llerena)