Il ripping cresce sempre

Muso, una società specializzata nel fornire protezione per contenuti digitali (musica, film, etc) e nel combattere la pirateria informatica, poche ore fa ha diffuso un interessante report. Nel periodo che va dall’1 gennaio al 30 settembre 2016, il fenomeno del ripping è aumentato del 60% rispetto allo stesso periodo del 2015. Insomma, mentre il successo di piattaforme legali di streaming come Apple Music, Spotify, Deezer e tante altre si consolida, alcuni dei fruitori di musica sembra sentano ancora il bisogno di ascoltare musica anche quando non sono online. Per questo visitano spesso siti che infrangono le leggi sul copyright. Le visite a siti come YouTube-mp3.org, sito in cui si può trasformare in mp3 i file in streaming su YouTube, sono passate da 4.5 a 7.2 miliardi nel periodo citato. Proprio contro YouTube-mp3.org sono già in causa diverse major, ma il ripping è solo terzo in classifica come tipo di pirateria. Lo streaming illegale, relativo a contenuti video come film o serie tv, è al primo posto, mentre i siti di download illegale tipo Torrent sono al secondo posto. Va sottolineato che il fatturato di Muso deriva proprio dalla lotta alla pirateria, per cui è ovvio che i suoi report tendano a riportare soprattutto sole le ombre e non le luci. Ma va sottolineato che per certi ascoltatori, nel 2016, la musica non solo deve essere gratis come accade su Spotify e YouTube. Deve anche essere sempre disponibile.

(fonte fotografia)