M**Bun: hamburger imbattibili e radio a km zero

La piccola catena torinese M**Bun dedicata gli hamburger d’eccellenza punta anche forte sulla musica, con Radio M**Bun. L’idea della radio è eccellente, all’altezza del ristorante, che nasce da un’azienda agricola come Scaglia. La radio invece, soprattutto per chi la ascolta nei ristoranti, non è forse ancora all’altezza dei panini, semplicemente imbattibili.

Radio M**Bun ha una sede fisica, diverse interviste serali ed un sito che vuol raccontare la vita cittadina. La selezione musicale sarebbe in teoria quella del Km 0 musicale. “Gran parte della programmazione si sviluppa nell’intensa collaborazione con lo Urban The Best, che si occupa di promuovere gli artisti del territorio”, dice il sito. In realtà domenica 12 marzo 2017, insieme ad alcuni piacevoli brani di indie pop rock in italiano, all’interno del ristorante di Corso Siccardi a Torino si potevano ascoltare pure i Morcheeba, ovvero un sound non troppo diverso da ciò che propone una radio adult contemporary. Ascoltando online il successivo martedì mattina, ci si accorge che la playlist passa da un Neil Young d’annata, perfettamente in tema, ai soliti Daft Punk per poi arrivare, finalmente, ai Perturbazione, originari di Rivoli (TO). Forse si potrebbe osare di più e proporre davvero soltanto artisti piemontesi. Tra i Subsonica e gli Africa Unite c’è un mondo… Ma tutto sommato l’atmosfera musicale non è male e soprattutto su Radio M**Bun passa un bel po’ d’allegria, non solo ‘coolness’, ovvero c’è quella energia che nelle radio instore spesso manca.

Il problema, comune a molti spazi italiani, è invece soprattutto la qualità sonora di ciò che si ascolta nei ristoranti. Il volume, in entrambi i piani dello spazio di Corso Siccardi, domenica era troppo basso e poco chiaro per poter davvero distinguere ciò che Radio M**Bun propone. Sia chiaro, è molto difficile far ascoltare musica all’interno di un spazio pubblico. Ma non tutti sono uguali: la deludente qualità dell’ambiente acustico di Mercato Centrale a Firenze è molto diversa da quella accettabile della catena Old Wild West. La scelta di Tiger e Muji, che fanno ascoltare quasi sono brani con poche frequenze basse, sarà anche banale, ma vista la poca cura per l’acustica con cui sono progettati gli ambienti, soprattutto in Italia, sembra per ora vincente.

(Lorenzo Tiezzi)

Tiger
https://soundscapes.it/2016/10/21/1234-prova/?frame-nonce=df8efd8675

Old Wild West
https://soundscapes.it/2016/12/06/il-sound-pop-di-old-wild-west/

Mercato Centrale
https://soundscapes.it/2016/12/08/mercato-centrale-fa-eco/

Muji
https://soundscapes.it/2017/01/12/il-suono-di-muji-e-caldo-e-minimale-mica-giapponese/?frame-nonce=df8efd8675